Un vecchio saggio, un uomo delicato. Come le parole dei suoi versi, leggere. Necessarie. Ed essenziali i colori come i tratti, senza ripensamenti, altre calligrafie, delle sue figure. Solo questo dico di Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, RN, 1920) e della mostra pittorica dedicata ai suoi lavori da Bertrand Marret, ora aperta al MAR di Ravenna, dove fra pochi giorni inaugurerà un’altra monografica, Tempo sospeso, sull’opera surreale di Concetto Pozzati (Vò, PD, 1935), a cura di Claudio Spadoni.
La Farfàla
Cuntént própri cuntént
a sò stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè
in Germania
ch’a m so mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad magnèla.
Tonino Guerra, da Il polverone (Milano, 1978)
(“La farfalla: Contento proprio contento/ sono stato molte volte nella vita/ ma più di tutte quando mi hanno liberato/ in Germania/ che mi sono messo a guardare una farfalla/ senza la voglia di mangiarla.”)