
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 1921 - Conegliano, 2011)
Monti mirabili, quali perdite
in voi celate, quali depredamenti
abissali?
E quanto d’essi, per inattese
folgorazioni voi ci rendete, o improvvisi mancamenti,
moltiplicato nell’infinito
così come infinite
sono le ombre e le luci che vi reggono
che vi tessono?
Anche le nostre ombre
o le nostre labili radianze
da voi ci vengono, e gl’instabili moti,
e gl’impulsi fedeli
verso il dire o l’estendere
e il graffire o il ridare in colori,
con nostri infantili strumenti,
paci o battaglie di forme…
E guarderemo e custodiremo
l’assenza dei monti
e ciò che è stato nostro in rutilanti
o povere carte: lieti di capire o fors’anche
di stravedere, ma con intatto semplice, ansioso, tic
di connivente amore
di sacre omertà.
Andrea Zanzotto, 1993, da Ascoltando dal prato – Divagazioni e ricordi – a cura di Giovanna Ioli, Interlinea Edizioni, Novara, 2011.
Ps. Per quale motivo ho scelto proprio questi versi fra i tanti stupendi lasciati dal grandissimo Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 1921 – Conegliano, 2011), a mio avviso il più importante poeta del secondo ‘900 italiano?
Tre settimane fa ho conosciuto a Sesto San Giovanni uno dei protagonisti della fotografia italiana contemporanea, Luca Andreoni, che, oltre ad essere l’eccezionale artista che è, si è dimostrato persona a dir poco squisita, riconfermando una volta di più una regola non scritta ma che dovrebbe essere matematizzata tanto si rivela esatta ogni volta: chi davvero è grande non si dà arie, non ne ha certo bisogno. Sono gli altri, i minuscoli, a farla cadere dall’alto. E ciò vale in ogni ambito, ve lo garantisco.
Conversando, Andreoni mi ha mostrato alcuni suoi inediti strepitosi sui boschi appenninici fra Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia e Toscana.
Sul treno del ritorno decido di cominciare Ascoltando dal prato, un libretto su Andrea Zanzotto comperato il giorno prima. Facendo mia una battuta dell’Amleto, nel caso, come nella follia, c’è del metodo: così la pagina s’apre, per caso ma forse non a caso, sui versi sopra riportati: miglior commento alle immagini di Andreoni non avrei saputo trovare e l’omaggio al poeta è venuto da sé.
Grazie maestro Zanzotto.
Andrea Zanzotto – Rai Educational
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