Ho veduto solo una volta un sole così insanguinato. E poi mai più. Scendeva funesto sull’orizzonte e sembrava che qualcuno avesse sfondato la porta dell’inferno. Ho domandato alla spècola e ora so il perché.
L’inferno lo conosciamo, è dappertutto e cammina su due gambe. Ma il paradiso? Può darsi che il paradiso non sia null’altro che un sorriso atteso per lungo tempo, e labbra che bisbigliano il nostro nome. E poi quel breve vertiginoso momento quando ci è concesso di dimenticare velocemente quell’inferno.
Jaroslav Seifert, Vestita di luce (Einaudi, 1986), trad. it. S. Corduas
La città di Pescara è nota per il suo singolare apporto nel mondo dell’arte contemporanea, soprattutto a partire dagli anni ’70, e grazie all’impegno e all’ingegno di numerose personalità che si sono affermate nel panorama delle arti e del mecenatismo.
Da questo orizzonte culturale, vivace e propulsivo nasce LAS.fair, una nuova manifestazione d’arte contemporanea rivolta agli artisti emergenti che si terrà il 28, 29 e 30 maggio 2021 presso l’Aurum – iconica architettura a ridosso della Pineta Dannunziana – e on line sul sito www.lasfair.com .
Fino al 7 febbraio 2021 alla pagina https://lasfair.com/iscrizione/ artisti e collettivi di artisti potranno sottoporre la domanda di partecipazione all’evento.
Le candidature sono riservate agli artisti emergenti che lavorano con la fotografia, le arti visive, la grafica e l’illustrazione.
Saranno ammessi alla manifestazione:
50 artisti all’interno degli spazi espositivi dell’Aurum
25 artisti nella fiera digitale
25 artisti per l’e-commerce: questi ultimi avranno la possibilità di mettere in vendita un massimo di 3 opere all’interno dello spazio virtuale del sito http://www.lasfair.com
Per garantire la qualità delle opere presentate, la selezione sarà valutata da un team curatoriale composto da Alberto Dambruoso, storico dell’arte, curatore indipendente e direttore artistico LAS.fair; Giuliana Benassi, curatrice indipendente e storica dell’arte; Valentino Catricalà, studioso, curatore e critico d’arte; Manuela De Leonardis, storica dell’arte, giornalista e curatrice indipendente; Maria Chiara Valacchi, critica d’arte e curatrice indipendente.
Dal 7 novembre 2020 al 31 gennaio 2021 la Fondazione Modena Arti Visive presenta Where / Dove, prima personale dell’artista nordirlandese Willie Doherty (Derry, 1959), conosciuto per aver rappresentato l’Irlanda alla Biennale di Venezia, oltre che essere stato due volte finalista al Turner Prize e aver partecipato a altre importanti mostre internazionali tra cui Documenta, Manifesta e le biennali di San Paolo e Istanbul.
La mostra, curata da Daniele De Luigi e Anne Stewart, co-prodotta da FMAV e dall’Ulster Museum di Belfast, e realizzata con il sostegno del British Council nell’ambito della UK/Italy Season 2020, offre una panoramica della carriera di Doherty attraverso opere fotografiche e video focalizzate sul tema dei confini, dai lavori degli anni Novanta fino a una nuova video installazione commissionata per l’occasione.
Willie Doherty è un artista noto a livello internazionale per il suo lavoro fotografico e videoinstallativo, che ha avuto origine nella sua personale esperienza del conflitto nordirlandese vissuta a Derry, sua città natale. Sebbene il concetto di confine abbia sempre avuto un ruolo cardine nella pratica artistica di Willie Doherty, per la prima volta viene messo esplicitamente al centro di un suo progetto espositivo, con l’intento di indurre lo spettatore a mettere in discussione le proprie convinzioni sul suo valore e significato. Questo avviene, non a caso, in un momento storico in cui la tematica dei confini è di un’attualità sempre più stringente non solo in Irlanda e nel Regno Unito, a seguito dell’uscita di quest’ultimo dall’Unione Europea, ma anche a livello globale in un’epoca segnata da migrazioni e pandemie.
Cume me pias el mund! L’aria, el so fiâ! j àrbur, l’èrba, el sû, quj câ, i bèj strâd, la lüna che se sfalsa, l’èrga tra i câ, me pias el sals del mar, i matt cinâd, i càlis tra i amís, i abièss nel vent, e tücc i ròbb de Diu, anca i munâd, i spall che van de pressia cuj öcc bass, la dònna che te svisa i sentiment: l’è lí el mund, e par squasi spettàss che tí te ‘l vàrdet, te ghe dét atrâ, che lü ‘l gh’è sempre, ma facil smemuriàss. tràss föra ind i pernser, vèss durmentâ… Ma quan’ che riva l’umbra de la sera, ‘me che te ciama el mund! cume slargâ te vègn adòss quèl ciel ne la sua vera belessa sena feng nel so pensàss, e alura del tò pien te càmbiet cera.
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Come mi piace il mondo! l’aria, il suo fiato! gli alberi, l’erba, il sole, quelle case, le belle strade, la luna che muta sempre, l’edera tra le case mi piace il salso del mare, le matte stupidate, i calici tra gli amici, gli alberi nel vento, e tutte le cose di Dio, anche le piccolezze, e i tram che passano, i vetri che risplendono, le spalle che vanno di fretta a occhi bassi, la donna che ti turba i sentimenti: è lí il mondo, che sembra aspettarsi che tu lo guardi, che gli dai retta, poiché lui c’è sempre, ma è facile dimenticarlo, distrarsi nei pensieri, essere addormentati… Ma quando arriva l’ombra della sera, come ti chiama il mondo! come si allarga e ti viene addosso quel cielo nella sua vera bellezza senza finzioni nel suo riflettersi, e allora per la tua pienezza cambi colore.