Fu nella calma resurrezione dopo la pioggia l’asfalto rifletteva tutte le nostre macchie un lungo addio volò come un acrobata dalla piazza al monte e l’attimo sparì di volto in volto s’accesero i fanali e si levò la buia torre contro la nostra debolezza i secoli non ci hanno disfatti
Alfredo Giuliani, da I Novissimi. Poesie per gli anni Sessanta (Einaudi, 1972)
Abitolario. L’esistenza enciclopedica dell’abito nel verso linguisticato (Il Poligrafo, 2021, pp. 160) è il nuovo libro dell’artista Sissi, realizzato nell’ambito del primo atto di Storie di fili, un progetto di ricerca e di valorizzazione di alcune importanti collezioni condotto dallo CSAC dell’Università di Parma.
Il volume restituisce una nuova interpretazione del “sistema vestimentario”, scegliendo la struttura codificata di un dizionario della moda costituito da una fila di lemmi alfabeticamente registrati, descritti con una definizione poetica, fatta di giochi di parole e neologismi, a cui si aggiunge un’appendice finale con ottanta illustrazioni della serie “Vestirsi con il tempo” che ripercorre la storia del costume dall’antico Egitto all’ultima sfilata di Alexander McQueen del 2010.
Sissi, Homage to Brunetta Tuta Linguale , 2020Sissi, Abito Antelamato, 2020
Il libro contiene anche un apparato iconografico che restituisce la sezione “Corpi e processi” della mostra Design! Oggetti, processi, esperienze dello CSAC dell’Università di Parma, allestita nelle storiche sale Palazzo Pigorini nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021: tre nuovi abiti scultura dell’artista Sissi, ideati attraverso un processo di confronto con il patrimonio dello CSAC – in particolare con i figurini di Cinzia Ruggeri, Krizia e Brunetta – e realizzati con le aziende del territorio, danno origine a una riflessione sul corpo, sull’abito e sul suo processo creativo e sartoriale.
Irene Guzman – Press
Veduta della sezione Corpi e processi a Palazzo Pigorini, con l’Abito Antelamato di Sissi
PS. Buon primo Aprile e buone vacanze di Pasqua a tutti!
Il vento è un aspro vento di quaresima, geme dentro le crepe, sotto gli usci, sibila nelle stanze invase, e fugge; fuori lacera a brano a brano i nastri delle stelle filanti, se qualcuna impigliata nei fili fiotta e vibra, l’incalza, la rapisce nella briga.
Io sono qui, persona in una stanza, uomo nel fondo di una casa, ascolto lo stridere che fa la fiamma, il cuore che accelera i suoi moti, siedo, attendo. Tu dove sei? sparita anche la traccia… Se guardo qui la furia e se più oltre l’erba, la povertà grigia dei monti.
Mario Luzi, da Primizie del deserto (Schwarz, 1952)
Beatrice Pediconi, Untitled-small #4 (detail), 2020, 66×50 cm
La mostra Nude di Beatrice Pediconi, curata da Cecilia Canziani e visitabile dal 5 febbraio al 27 marzo 2021 presso la z2o Sara Zanin Gallery di Roma, segna il ritorno in Italia dell’artista romana, la cui ultima presenza espositiva nel nostro paese risale al 2015, dal momento che la Pediconi vive e lavora da diverso tempo a New York.
È qui presentata una selezione di opere inedite, realizzate tra il 2019 e il 2020, appartenenti al ciclo Untitled. Si tratta di un ampio corpus di lavori in cui l’artista riflette sullo statuto di fotografia a partire dalla sua decostruzione: disegni su carta realizzati mediante la tecnica dell’emulsion lift, ovvero impiegando strisce di emulsioni fotografiche sottratte da lavori precedentemente realizzati.
Beatrice Pediconi, Untitled-small #4, 2020, 66×50 cm
In queste opere, attraverso l’utilizzo dei pennelli o con le proprie mani, la Pediconi compie dei gesti delicati “muovendo” l’emulsione, che diventa simile a una pelle sottile, un velo di seta, per poi posizionarla sulla carta, all’interno di una vasca piena d’acqua.
L’acqua, come elemento primario, diviene quindi il tramite mediante cui catturare un flusso di immagini segniche originate da un semplice gesto.
Adele Naiaretti – Sara Zolla press
PS. Auguri a tutte le donne!
Beatrice Pediconi, Diario di un tempo sospeso, installazione